The Po di Adria, Frattesina and the Po Delta between the Middle-Recent Bronze Age and the Early Iron Age

Autori

  • Claudio Balista GeoaArcheologi Associati s.a.s., Padova

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.1974-7985/9402

Parole chiave:

Età del Bronzo, paleolaveo, accrescimento verticale e orizzontale, bocca di foce del Po, cordone litorale

Abstract

L’areale basso veronese-alto polesano nella seconda parte del Periodo Sub-Boreale fu soggetto, insieme a larga parte della pianura padana, a condizioni climatiche di tipo continentale, marcate da oscillazioni più umide (Oscillazione di Löbben), contrassegnate infine da punte terminali di tipo sub-arido. Contemporaneamente si fece sempre più consistente l’impatto antropico derivato da un’estesa diffusione degli insediamenti nella bassa pianura padana. All’interazione di questi fattori vengono addebitati i primi significativi cambiamenti documentati nel regime fluviale della cintura del Po, un’arteria padana già presente in area dalla prima metà del III millenio a.C., con un percorso settentrionale, denominata da chi scrive Po di Adria 1. Le evidenze di questi primi mutamenti paleoidrografici sono la formazione di canali di rotta, di ventagli alluvionali e le divagazioni di vari tratti di aste fluviali, ora meno stabili che nelle fasi precedenti (Fase post-Canar I e pre-Canova: BA-BM, XVII-XVI sec. a.C.). Questi primi cambiamenti nei regimi fluviali furono seguiti da una fase di relativa stabilità, che coincise con la fase di massima espansione insediativa dei siti terramaricoli nella pianura padana centro-orientale tra l’età del Bronzo Media e Recente (BM-BR). Durante questa fase si assiste, soprattutto nell’areale compreso fra la Bassa Pianura Veronese e l’alto-medio Polesine, alla fioritura di una rete di siti connessi con il chiefdom di Fondo Paviani. Agli scorci di questa fase si colgono le prime avvisaglie di un deterioramento del territorio planiziario densamente insediato, accentuato dall’ipersfruttamento dei suoli e dal successivo collasso del sistema insediativo terramaricolo. Tra la fine del ciclo terramaricolo e l’inizio della successiva parabola insediativa di Frattesina (tra BR2 e BF1) sono documentate alcune ulteriori trasformazioni paleoidrografiche e paleoambientali i cui effetti dall’hinterland basso-veronese/alto polesano si estesero ad interessare le fasce più orientali del sistema deltizio-costiero padano del tempo. Si coglie ora (tra BR2 e BF1) la transizione da un ambiente con canali molto sinuosi, anastomizzati, circondati da bacini in cui predominano sedimentazioni fluvio-palustri, ad uno a canali sub-rettilinei con larghi meandri sabbiosi, a cui si associa la costruzione delle prime e più evidenti fasce di argini naturali: questi nuovi pattern morfofluviali segnano la transizione dal Po di Adria 1 al Po di Adria 1/2. Queste evidenti trasformazioni paleoidrografiche sono causate in larga parte dalla confluenza di una nuova diramazione padana, il Po di Poggio Rusco-Dragoncello-Sermide, esito di una grande diversione delle portate padane a partire dal nodo idraulico di Brescello-Guastalla, nel Po di Adria 1, a dare una più efficiente configurazione al corso padano, denominato per l’appunto Po di Adria 1/2. Al contempo, si osserva un incremento nelle progradazioni dei corpi costieri (cordoni di dune e fasce di spiaggia) favorite dalla confluenza degli apporti congiunti del f. Adige e del Po di Adria. Queste nuove dinamiche, a causa del taglio e dell’obliterazione di una serie di meandri molto sinuosi, ereditati dal periodo precedente (meandri di Ceneselli e Campestrin), influirono sulla disorganizzazione e insieme parteciparono ad una rapida obliterazione del preesistente reticolo di canalizzazioni antropiche aventi recapito nel f. Tartaro, e al contempo posero in serie difficoltà i collegamenti fra il sito centrale di Fondo Paviani e il delta del Po, una connessione sino ad allora basata su una equilibrata confluenza del f. Tartaro nel Po di Adria. Dopo una fase di forte riduzione e di abbandono praticamente generalizzato delle sedi terramaricole (BR2 avanzato), seguì, a partire dal BF1, una fase di rapido recupero e di riassestamento nel regime della “nuova”diramazione padana, il Po di Adria 1/2, favorito dall’instaurarsi di condizioni climatiche mediamente più secche delle precedenti. Questa più stabile situazione determinò le condizioni ottimali per la fondazione del sito di Frattesina, posto all’apice del sistema deltizio originato dagli apporti della principale diramazione padana del tempo, ora disgiunta dalla connessione con l’Adige, in seguito all’intasamento per sovralluvionamento della diramazione di Saline-Cona. Queste nuove condizioni di recupero di un assetto fluviale stabile “in equilibrio pressoché gradato” per il Po di Adria, determinato dalla confluenza del Po di Poggio Rusco-Dragoncello-Sermide nell’antico Po di Adria 1, favorirono la rapida ascesa del polo trasformativo e di scambio di Frattesina, ruolo che perdurò quasi ininterrottamente per i tre secoli del BF. Agli inizi dell’età del Ferro (IFe1) si verificarono mutamenti paleoambientali ancora più traumatici ed estesi dei precedenti, determinati dall’instaurarsi di una fase climatica di tipo oceanico-freddo accompagnato da punte di aridità (oscillazione di Göschenen I). Questo cambiamento climatico ebbe riflessi nell’incremento del tasso di aggradazione dei corsi fluviali, che ora evidenziano accentuati fenomeni di sopraelevazione degli alvei, cui seguono reiterate sequenze di tracimazioni, esondazioni e rotte fluviali. A questi disastrosi processi paleoidrografici si associano vistose alterazioni nelle morfologie delle linee di costa, causate da profonde erosioni associare a disordini di origine meteo-marina. Tutti questi processi condurranno rapidamente al sovralluvionamento dell’intera asta fluviale del Po di Adria 2, che subirà, di lì a breve, una completa avulsione delle sue portate nei pressi di Castelmassa, culminata nella Rotta di Sermide, l’episodio formativo della nuova diramazione settentrionale del Po di Ferrara (Po di Spina).

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Pubblicato

2019-04-28

Come citare

Balista, C. (2018). The Po di Adria, Frattesina and the Po Delta between the Middle-Recent Bronze Age and the Early Iron Age. IpoTESI Di Preistoria, 10(1), 143–198. https://doi.org/10.6092/issn.1974-7985/9402

Fascicolo

Sezione

Articoli