Le strutture di combustione del sito eneolitico di Frigento

Autori

  • Silvia Pacifico Funzionaria Archeologa SABAP Salerno e Avellino
  • Milena Saponara Archeologa libera professionista
  • Monica Stanzione Archeologa-Paleobotanica libera professionista

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.1974-7985/10257

Parole chiave:

tecnologia ceramica, archeometria, età dei metalli, forni, fornaci

Abstract

Durante i lavori di realizzazione della S.S.V. Lioni-Grottaminarda, nell’agro del Comune di Frigento (AV) in località Mefite, è stato rinvenuto e scavato in varie riprese, tra il 2016 e il 2018, un sito indagato per un’area circa 900 m². È stato messo in luce un abitato protostorico con annessa necropoli, articolato in più fasi di vita databili tra l’Eneolitico Antico e il Bronzo Antico. Il sito archeologico si imposta su un versante in frana esposto a sud, a circa 700 m slm. Nella parte centro-orientale, ubicata a nord-ovest della tomba 1, è stata rinvenuta una struttura di combustione a fuoco aperto costituita da un focolare su piastra; quest’ultima di forma sub-circolare dal diametro di circa 2 m, alloggia in un incavo profondo circa 20-25 cm ed è composta da argilla concotta, di colore rosso-arancio con sporadici vacuoli e granuli grigiastri. La struttura presenta numerose cavità termo-alterate, correlabili probabilmente sia a fenomeni termodinamici scaturiti dall’accensione ripetuta del fuoco a fiamma viva tramite l’immissione di combustibile direttamente sul piano, sia all’ erosione e al disfacimento provocati dalle operazioni di manutenzione e pulizia; sulla superficie della struttura e nelle immediate vicinanze sono stati rinvenuti frammenti di vasellame, reperti litici, resti antracologici e abbondanti resti osteologici animali, molti dei quali combusti e con tracce di macellazione. La presenza di due buche di palo di forma ovale - circa 40 x 30 cm e profonde circa 20 - rinvenute a sud della struttura, e di almeno due cavità tondeggianti alloggiate lungo i margini nord e nord-ovest della piastra - circa 10 cm di diametro e altrettanto profonde circa 10 - riconducibili a paletti, indiziano la presenza di sostegni funzionali alla cottura e/o affumicatura dei cibi nonché all’essiccamento delle pelli, in linea con l'economia a base pastorale attestata dallo studio dei resti osteologici animali e avvalorata dalla presenza di fuseruole tra i materiali ceramici. Siccome l’area in cui fu ubicato il focolare su piastra, progettato e costruito per un utilizzo collettivo e polifunzionale, originariamente era quella destinata ad uso abitativo, è plausibile pensare che quando l’area fu rifunzionalizzata a necropoli, esso si caricò di un nuovo valore, passando da un ambito propriamente funzionale ad uno probabilmente rituale. La piastra, confrontabile con alcune strutture di combustione rinvenute nei siti del Bronzo Antico e Medio iniziale dell’Emilia Romagna, dell’Italia settentrionale e meridionale, si configura, come una delle prime attestazioni di un modello strutturale che perdura nel tempo; infatti gli strati in fase con esso, hanno restituito vasellame riferibile a vari orizzonti culturali, tra cui alcuni frammenti caratterizzati da decorazione puntinata non marginata, organizzata in fasce, che fanno propendere per una datazione dell’impianto alle fasi iniziali dell’Eneolitico Antico. Le analisi archeometriche eseguite su 10 campioni di cui 8 costituiti da prelievi di materiale argilloso e/o concotto, e 2 da frammenti di ceramica, hanno permesso di confermare l’ipotesi dell’utilizzo dei sedimenti argillosi locali, sia per la realizzazione dei due reperti di vasellame, sia della piastra concotta del focolare; la temperatura raggiunta sulla superficie di quest’ultima non avrebbe superato i 500 °C, cosi come suggerito dalla presenza di moderate quantità di caolinite, perfettamente compatibile con l’uso ipotizzato a partire dal record archeologico.

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Pubblicato

2019-12-31

Come citare

Pacifico, S., Saponara, M., & Stanzione, M. (2019). Le strutture di combustione del sito eneolitico di Frigento. IpoTESI Di Preistoria, 12(1), 49–66. https://doi.org/10.6092/issn.1974-7985/10257